L’ITINERARIO CATANESE DELLA VIII GIORNATA NAZIONALE DEL TREKKING URBANO

Noi fratelli in tal momento
Stringa un patto, un giuramento!
G. Verdi, Ernani atto III scena IV


Chissà chi fu il primo ad urlare “Viva Verdi!”.

Chissà chi fu a trovare proprio nel nome del compositore dei cori che infiammarono teatri e barricate, l’acrostico inneggiante a “Vittorio Emanuele Re D’Italia”.

Ma in fondo importa poco saperlo, perché la forza del Risorgimento italiano sta nella sua coralità, al di là delle singole figure dei protagonisti. Non è un caso forse che proprio i cori  – più che le singole arie – furono le colonne sonore di quegli anni tormentati e diventarono i più amati inni patriottici.

Si può essere più o meno entusiasti dei modi con cui politicamente fu gestita l’unificazione, prima durante e dopo il 1861, ma fuori dai palazzi, dai giochi di potere, c’erano coloro che in questi ideali e in questa bandiera ci credevano veramente, gli uomini e le donne che stavano sulle barricate, a Milano come a Catania. Questa fu la vera forza del Risorgimento italiano, in questa coralità l’Italia ha trovato la sua Unità – forse mai come allora così forte.

Di questa coralità Catania fu pienamente partecipe, fin dai primi moti del 1837– sebbene in quell’occasione l’aspirazione fosse l’Indipendenza più che l’Unità, così come fu ancora soprattutto il sentimento antiborbonico ad infiammare i moti del 1849.

Fu nel 1860 che la città dell’elefante si rivestì per la prima volta del tricolore, dai primi moti di Febbraio alla grande giornata del 31 Maggio che aprì la strada all’arrivo delle truppe garibaldine.

La VIII edizione della Giornata Nazionale del Trekking Urbano, manifestazione voluta dal Comune di Siena e ormai diffusa a più di trenta città piccole e grandi, da Nord a Sud, permette quest’anno di ricreare questa coralità e di riflettere insieme, ricordando e riscoprendo luoghi e personaggi legati all’inizio della nostra storia unitaria.

Il percorso catanese, ideato per il Comune dall’Associazione “Etna ‘ngeniousa”, i cui volontari cureranno anche le visite guidate aperte a tutti, permetterà di riallacciare i fili della memoria, riscoprendo il gusto di fare una passeggiata nel centro storico e guardare con altri occhi, con curiosità e rispetto, i monumenti davanti ai quali passiamo ogni giorno distrattamente e di fretta.

Torneremo indietro a quel 1860, per rivivere quelle giornate memorabili, i cui veri protagonisti sono uomini e donne che non si trovano nei libri di storia, ma che meglio di altri più celebrati possono trasmettere il vero senso dello spirito risorgimentale.

Un giornalista – Salvatore Barbagallo Pittà – che andò al patibolo in un assolato pomeriggio di settembre, lasciando come testamento spirituale un proclama che inneggiava all’indipendenza siciliana “Siciliani, fratelli, noi non dobbiamo più essere divisi, ne porgiamo la mano pegno di unitaria alleanza e vi invitiamo alla grande opera di Indipendenza Siciliana…”

Una donna – l’intrepida Peppa la Cannoniera – che mentre tutti fuggivano rimase ferma all’angolo di piazza San Placido, a sfidare orgogliosamente la cavalleria borbonica.

Un militare – il colonnello Giuseppe Poulet – che mentre la rivolta infiammava Piazza Università uscì allo scoperto, da solo, gridando ai militari borbonici “Arrendetevi! Siete nostri fratelli!

Uno studente universitario – Francesco Condorelli – che durante una rappresentazione dell’Ernani, nella scintillante sala del Teatro Comunale con altri giovani fece piovere migliaia di volantini tricolori, mentre in sala risuonava il coro “Si ridesti il Leon di Castiglia”.

Sono loro che hanno fatto l’Italia. Per loro saranno queste due intense e splendide giornate.